WRITER
WEB DESIGNER
about me
chi sono, cosa faccio
ono nata a Modena e cresciuta a “pane, libri e fumetti”. Non viaggio mai senza avere in valigia matite, colori e blocco da disegno e quando mi trovo in una città nuova (in qualsiasi parte del mondo), la prima cosa che cerco è la libreria più vicina.
Pur avendo da sempre la passione per il disegno e la grafica, mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere e, grazie al master in Comunicazione e IT all’Università di Bologna, ho lavorato a lungo come grafico, web designer e, occasionalmente, come illustratrice.
Il mio esordio nel mondo dei libri avviene nel 2006 con il romanzo Hyperversum.
was born in Modena, Italy, and grew up eating “pasta, books and comics”. I usually travel with a sketchbook, pencils and crayons in my suitcase and when I’m in a new town (anywhere in the world) I immediately look for the local bookstore.
I completed my studies by graduating in Foreign Languages and Literature and then I got a master degree in Communication and IT. For many years I worked as a graphic and web designer and, occasionally, as an illustrator.
My first novel “Hyperversum” was published in 2006.
few words from my books / qualche parola dai miei libri
«Jean è mio fratello e io lo amo nonostante tutto, ma dama Isabeau è per me una figlia: non esiterei a uccidere chiunque la facesse soffrire, si trattasse pure del mio stesso fratello. Dovessi vederla piangere per lui, farei di lei la sua vedova senza rimpianti»
Sotto le mura la terra era rossa e nera, di cadaveri e demoni. I nemici portavano gli stendardi con la Torre della Strage, simbolo del loro maledetto padrone. Lui stava per vincere. Ancora una volta.
Si portò le mani alla faccia. Il visore 3D non c’era più. Lo sbigottimento lasciò il posto al panico. Alex premette le mani contro le pareti e si sentì soffocare. Era prigioniera in un armadio vero, nella stanza in cui era appena stato commesso un omicidio.
«Siamo stati sempre difesi dalle autorità più alte» ammise Angelo. «A volte anche a spese di vite innocenti.»
«In cambio voi proteggete tutto il popolo da ciò che nessun altro può controllare. È un prezzo equo da pagare, per la tranquillità del resto del mondo.»
Avanzò piano, passo dopo passo, quasi tremando. Gli sembrò di entrare in un incubo. Come un sonnambulo, mise piede nel prato basso e curato fino a un punto preciso. Un punto che aveva ancora scolpito nella memoria.
No, non poteva permetterlo, a costo di consumare anche l’ultima goccia del suo sangue per ottenere ciò che voleva: la testa del principe e il cuore della sua futura sposa. Infilzati insieme sulla punta della stessa lancia.
Daniel capì che non c’era più tempo per indugiare. Il suo aggressore tornò a rivolgersi a lui. «Di’ al tuo padrone che lo terremo d’occhio. Qualsiasi cosa abbia in mente, sappia che avrà i nostri sguardi puntati addosso e anche le nostre spade».
Prese prima l’anello e l’osservò. Era di metallo comune, senza pietre dure o decori, ma il simbolo inciso sul castone lo fece sobbalzare. Due cavalieri armati in sella a un solo cavallo e circondati dalla scritta “SIGILLUM MILITUM”, accompagnata da una croce. «Un templare?» esclamò Marc.
La ragazza gli rivolse un sorriso di sfida. «La nostra stirpe è nata per soffiare sul fuoco, rimescolare le acque e smuovere le pietre. Che c’è di meglio di una guerra per farlo?»
No, io non rinuncio, pensò Lucas. Aveva impiegato tre anni a studiare un piano e a sentirsi abbastanza forte da metterlo in pratica e adesso niente al mondo l’avrebbe fermato.
Alex si strofinò gli occhi per ricacciare indietro le lacrime che pungevano le palpebre come aghi. Niente sarebbe più stato come prima, ne era certa. Il suo sogno medievale era finito, irrimediabilmente compromesso. Il castello di carte era in bilico e sarebbe caduto nel peggiore dei modi entro qualche ora o qualche minuto… Forse era già crollato.
Lo vendicherò, lo giuro sul mio sangue, pensò Marc in un impeto di furia, ma sapeva fin troppo bene di essere lui la preda in quel momento, di avere le ore contate e che forse non avrebbe avuto mai la possibilità di rendere giustizia a chi era morto prima di lui.
«All’inizio avevi visto giusto: se io fossi morto oggi, Pendragon e Uther non avrebbero avuto alcuna possibilità di sconfiggere Vortigern. A volte, però, si può cambiare il futuro.»
Era tutto vero, gli altri avevano sempre avuto ragione… Yokai. Non sapeva nemmeno come tradurre quel concetto: erano i mostri delle favole? Creature maligne? Protettori soprannaturali?